Crescita personale con l’improvvisazione
Gli uomini delle caverne, probabilmente “improvvisavano”, attraverso i racconti, le loro battute di caccia, esprimevano emozioni, tutto questo aveva un inizio, uno svolgimento ed una fine, e c’erano gli spettatori.
Nell’antica Grecia abbiamo tracce di questa tecnica legata al teatro popolare. La commedia dell’arte (arte come mestiere) era basata totalmente sull’uso di canovacci sui quali gli attori improvvisavano storie.
Nacquero i primi spettacoli di improvvisazione come il Theatresports ed i Match, vere e proprie sfide a colpi di improvvisazione e commedie improvvisate tra cui la più famosa è “Harold”.
In Italia la disciplina arrivò molti anni dopo anche se ad oggi sono moltissime le compagnie di improvvisazione sparse nel territorio nazionale.
La disciplina più vicina a quella attuale si sviluppa in America e Canada, a partire dagli anni sessanta, grazie al lavoro di registi e commediografi come Del Close e Keith Johnstone i quali sperimentavano nuove forme teatrali in cui l’attore si cimentava in intere suite improvvisate, incentrate sulla spontaneità e l’ascolto.
Vuoi saperne di più?
contattami!I principi dell’improvvisazione sono l’ascolto, l’accettazione e la capacità di produrre una scena utilizzando la propria immaginazione e partendo da una suggestione esterna.
Il fatto che non si debba narrare nulla di già confezionato non deve far pensare ad una mancanza di preparazione, anzi, l’improvvisazione non si improvvisa, le regole sono fondamentali per costruire le basi di una scena.
Una volta stabilite le basi siamo pronti a costruire qualcosa di nuovo e di unico, ogni volta.
L’improvvisatore sul palco diventa contemporaneamente: attore, regista, scenografo e drammaturgo dell’opera.
Il sito Hubpost mette al terzo posto, tra le attività più formative per un gruppo di lavoro, l’improvvisazione.
Partendo dai principi dell’improvvisazione: accettazione, ascolto, fiducia, mancanza di giudizio, le persone conquistano la consapevolezza nelle cose che accadono e di conseguenza nella vita.
Mettersi in gioco, nel vero senso della parola, guardare il mondo con un occhio nuovo come lo farebbe un bambino, per la prima volta, ci fa scoprire molti aspetti che spesso ci sfuggono.
Creare esperienze e metterle a confronto, attraverso una serie di azioni singole e/o di gruppo, ci farà riconoscere negli altri ed in noi stessi quanto e come comunichiamo con il corpo oltre che con la parola.
Un’esperienza globale alla scoperta di tutto quanto crea vincoli e restrizioni che si abbattono immediatamente nel momento in cui si inizia ad improvvisare senza avere nulla a disposizione, insomma renderci delle persone migliori.